martedì 18 ottobre 2011

Serve una nuova legge Reale?

Da "625 Libro bianco sulla Legge Reale" - pp. 169-182
Ricerca sui casi di uccisione e ferimento "da legge Reale"
a cura del Centro di iniziativa Luca Rossi


Vittime della legge Reale divise per anno

Tabella 1
AnnoMortiFeritiTotale
1974 (1)71623
1975 (2)10313
197617926
1977152237
1978191029
1979204060
1980122840
1981193049
1982172744
1983122537
1984191635
1985173956
1986243357
1987223456
1988203050
1989 (3)112536
Totale254371625
Nota 1: Il 1974 è l'anno precedente all 'introduzione della legge Reale (i dati del 1974 non entrano nel computo complessivo). Nota 2: Le rilevazioni del 1975 vanno da giugno a dicembre e sono quindi da rapportare a sei mesi.
Nota 3: Le rilevazioni del 1989 sono relative ai primi sei mesi, da gennaio a giugno.

La tabella n. 1 indica la quantità dei casi verificatisi anno per anno a partire dal 1974. E' evidente che le quantità registrate presentano un andamento irregolare nel periodo dal giugno 1975 al giugno 1989, che non ci permette di definire una curva di tendenza. Se escludiamo il '75, il cui dato è rapportato solo a 6 mesi (vedi nota 2), abbiamo nel triennio dal '76 al '78 una punta massima di 37 casi nel '77 rispetto al dato medio degli anni '76 e '78 (rispettivamente 26 e 29 casi), dovuta al verificarsi di duri scontri di piazza provocati dall'intransigente e repressivo comportamento del governo e delle forze dell'ordine durante l'anno. A questo riguardo, andrebbe considerato anche il rilevante “numero oscuro" dei manifestanti feriti dai colpi delle forze dell'ordine ma non recatisi negli ospedali, onde evitare possibili conseguenze penali.
Nel 1979 il numero delle vittime giunge a 60; pur non pretendendo di fornire alcuna spiegazione a questo rilievo (tantomeno in termini di causalità meccanica), vorremmo ricordare che il '78 è un anno cruciale per le politiche di repressione: vengono emanate nuove misure di ordine pubblico; avviene il rapimento dell'on. Moro che ricompatta lo schieramento politico-istituzionale, schiacciando e riducendo ogni forma e possibilità di dissenso; si tiene il referendum che respinge la proposta abrogativa della legge Reale. Da quell'anno in poi si manifesta un trend discontinuo che però non scende mai al di sotto dei 35 casi annui.
Particolare non secondario è che dal 1985 il numero dei casi si stabilizza su punte molto elevate e possiamo notare un concomitante innalzamento dei decessi.

In 685, il “libro bianco sulla legge Reale” compilato e pubblicato nel 1990 dal Centro di Iniziativa Luca Rossi di Milano, vi sono un impressionante computo/catalogazione dei “morti da legge Reale” nel periodo 1975-90. Alcuni esempi:



“Caso n.206, 07-01-81, Roma: Laura Rendina, 28 anni… La ragazza si era fermata in auto con altri parenti vicino all’abitazione della famiglia Moro e di altri politici, quando sente battere ai finestrini e si trova puntata una pistola. Presa dal panico riparte, ma viene raggiunta da colpi sparati all’impazzata. Forze dell’ordine: Digos. Fonte: Paese Sera.”

“Caso n.208, 12-01-81, Firenze: Roberto Panicali Frosali, 32 anni… Stava ritornando in banca dopo l’intervallo a bordo del suo motoscooter, quando viene ucciso da una raffica di mitra sparata da un agente di sorveglianza, che dichiara che il colpo è partito accidentalmente, poiché il mitra si era impigliato nel giaccone. Forze dell’ordine: vigilantes. Fonte: La Nazione.”
“Caso n.233, 26-07-81, S. Benedetto del Tronto (AP): Ennio Illuminati, 35 anni… Viene ucciso da tre colpi di pistola sparati da un agente della Digos. In compagnia della sua fidanzata, non si era fermato al posto di blocco istituito da agenti in borghese e, temendo di essere vittima di maleintenzionati, aveva cercato di fuggire. Forze dell’ordine: Digos. Fonte: Radicali.”

“Caso n.338, 06-02-84, Torino: Renato Cavallaro, 44 anni… Durante l’inseguimento di un ricercato, un poliziotto in borghese a bordo di un’auto civile si ferma ad un semaforo rosso, scende e, in posizione di tiro, spara alcuni colpi. Un operaio, che si trova all’uscita di una cabina telefonica, viene ucciso. Forze dell’ordine: polizia in borghese. Fonte: La Stampa”.

“Caso n.622, 27-06-89, Nave (BS): Claudio Ghidini, 19 anni… Un’auto con tre giovani a bordo viene fermata dai carabinieri per un controllo. Un milite intima a Ghedini di salire sulla sua auto: il giovane si rifiuta per aspettare gli amici, ma viene preso a schiaffi e poi ucciso da un colpo di pistola alla testa. Forze dell’ordine: carabinieri. Fonte: Il Giorno. ”

Non è sicuramente reprimendo che si può evitare la violenza, questo tipo di violenza vistasi a Roma sabato scorso. Oggi serve che rinasca la politica, non da avanspettacolo, deve rinascere la politica che sappia dare risposte a tutta la società e non solo a una parte di essa.

La politica deve riappropriarsi di quelle tematiche che sono state abbandonate perchè non produttive in termini economici, come l'istruzione, la sanità, il diritto al lavoro.

Tematiche lasciate agli interessi dei privati e non del pubblico.

Non è un caso, che la violenza riemerga quando ai giovani e a chi non ha più speranze non vengano date risposte, gli episodi di Londra, le ribellioni delle periferie parigine nascono dalla disperazione e se non si sa ascoltare e non si sa dare risposte a questa crescente domanda, paura, disperazione non ci sarà nessuna legge Reale in grado di contrastare la violenza dei senza risposte.

Paolo Corazza




venerdì 14 ottobre 2011

Ennesimo caso di revisionismo strisciante

Radio 2 telegiornale delle 12.30, per approfondire il fatto di cronaca inerente alla seduta della camera dove le opposizioni sono uscite, il giornalista intervista il solito esperto dottorato di storia.
Si parla di "Aventino" in pochi minuti si ripercorre il significato di questo termine partendo dall'antica Roma per arrivare con poche e stringate parole all'episodio del 1924 quando i parlamentari dell'opposizione per protesta si riunirono in una sala di Montecitorio.
Lo storico ha solo parlato dell'episodio dicendo che era una protesta contro il partito che governava allora la nazione il Partito Nazionale Fascista.
Non ha precisato il perchè di questa scelta, non ha ricordato il clima di tensione all'interno del paese.
Era il 1924 a due anni dalla Marcia su Roma di Mussolini, in quell'anno si erano svolte le elezioni dove il PNF ottiene con una legge truffa il 64% dei voti.

Il 10 giugno a Roma viene assasinato Giacomo Matteotti, parlamentare socialista che aveva denunciato le violenze delle squadre fasciste alle precedenti elezioni, 

Il 13 giugno Mussolini parlò alla Camera dei deputati, affermando di non essere coinvolto, ma anzi addolorato; al termine il Presidente della Camera Alfredo Rocco aggiornò i lavori parlamentari sine die, annullando di fatto la possibilità di risposta da parte dell'opposizione all'interno del Parlamento.
Il 26 giugno i parlamentari dell'opposizione si riunirono in una sala di Montecitorio, oggi nota come sala dell'Aventino, decidendo comunemente di abbandonare i lavori parlamentari finché il governo non avesse chiarito la propria posizione a proposito della scomparsa di Giacomo Matteotti.
L'anno successivo inizia la dittatura del fascismo in Italia.

E' triste vedere in un servizio pubblico, disinformazione sugli episodi della nostra storia.

Paolo Corazza













martedì 11 ottobre 2011

La mobilitazione contro la proposta di legge 3442 (“Fontana”)

Non cessa la mobilitazione dell’ANPI per impedire che la proposta di legge 3442 - tesa a riconoscere giuridicamente, e quindi finanziare, anche quelle associazioni combattentistiche che si richiamano agli ideali della RSI - venga approvata dal Parlamento. Grazie all’impegno dei Comitati Provinciali e delle Sezioni ANPI, Consigli Comunali, Provinciali e Regionali stanno approvando Ordini del Giorno di protesta indirizzati alla Presidenza della Camera e del Senato. Abbiamo notizia di Odg di: Consiglio Provinciale di Bologna, Consiglio Comunale di Udine, Consiglio Comunale di Torino, Consiglio Provinciale di Trieste, Consiglio Comunale di Savona, Consiglio Comunale di Scandicci (FI), Consiglio Comunale di Sant’Arcangelo di Romagna (RN), Consiglio di Zona 6 di Milano, Consiglio Comunale di Civitella di Romagna (FC), Consiglio Regionale dell’Umbria, Consiglio Provinciale di Pavia. Hanno inoltre espresso solidarietà e manifestato impegno con una lettera all’ANPI il Sindaco e il Presidente della Provincia di Pistoia. Ulteriori dettagli sulla mobilitazione dell’ANPI, le prese di posizioni pubbliche del Comitato Nazionale e del Presidente Carlo Smuraglia sono disponibili su: http://www.anpi.it/a469 e su http://www.anpi.it/a492