mercoledì 2 marzo 2011

COME USCIRNE ?


Il capo del Governo, in data odierna, fine febbraio 2011, dopo caparbia lotta si è riappropriato, nella quasi totalità, dei colonnelli di Fini che lo avevano abbandonato confluendo in "Futuro e Libertà": 
Ma cosa può dire a questi politici un semplice cittadino? Che sono dei saltibanchi, che non hanno rispetto neppure di se stessi, che sentono in loro nostalgie di richiami somiglianti a quelli del fu narcisista Benito Mussolini?  Dire loro che non si possono banalizzare le Istituzioni per rispondere ai richiami di un'”eccellente individualista”, certamente padrone e scarso democratico non serve a niente, perché penso che nella loro testa frulli lo stesso pensiero: quello di destrutturare lo Stato, cosa necessaria per delegittimare la storia della Resistenza e la Carta Costituzionale contemporaneamente agli organismi preposti alla sua tutela.
 Ma è possibile che possa avvenire tutto ciò?  La domanda è posta a quegli italiani che investiti dalla propaganda del terrore per la ingovernata immigrazione e suggestionati dal dover pagare "ingiustamente, così gli fu fatto credere" fior di tasse, hanno riversato il loro voto da quella parte, dove stavano ad accoglierli due personaggi astuti e capaci individualisti, di cui uno scissionista ed acerrimo separatista dell'Unità d'Italia. 
Il nostro Paese in questo momento è palesemente nel pieno di una crisi economica e politica, ma lo è anche nel quoziente dell'etica civile e morale di cui sono evidenti i bassissimi livelli.  Prima di toccare un pericoloso fondo, come uscire da tutto ciò? Quale apporto può dare l'opposizione e quale strategia usare per riconquistare la credibilità della gente ad una seria e produttiva politica?  Non credo di fare il banale se dico:  basterebbe leggersi bene (e magari farlo in collettivo) la Carta costituzionale per capire che in essa vi è scritto tutto ciò di cui il Paese ha bisogno. 
In quella Carta si trova l'introduzione a principi, valori e diritti di libertà per tutti e si cancellano  i privilegi e le esclusività che sono per pochi.  La Costituzione ci dice che lo Stato deve essere di diritto, pluralista e democratico, con una forte impronta solidaristica ed egualitaria, vigile alla tutela dei più deboli. Quindi sul piano politico, economico e sociale: uguaglianza non formale ma sostanziale.  Gli italiani dovrebbero sapere che la nostra Costituzione nella sua lunga stesura, durata undici mesi, trovò anche motivi di sofferto scontro-incontro in un contesto di ideologie diverse. Ma i nostri Costituenti, preposti al bene del Paese, con grande impegno riuscirono ad esprimere con identità e sintesi sentimenti e convinzioni di importante valore comune. 
Il popolo italiano, al pari di altri popoli che conoscono e rispettano la propria storia che ha creato democrazia e benessere, dovrebbe mai dimenticare di conoscere le proprie radici.  La storia dell'Unità italiana che inizia a metà dell'800 con il primo Risorgimento, per concludersi a metà del 900 con una guerra di Liberazione, che ci ha portato alla creazione di una Repubblica democratica, dovrebbe essere fonte primaria dell'insegnamento nella scuola elementare, affinché il cittadino fin dalla propria fanciullezza abbia ad imparare il senso del rispetto per chi perse la vita per il bene e la libertà del Paese. 
La cultura su queste basi potrà essere di grande aiuto alla Nazione anche perché si capisca bene il senso del diritto-dovere verso la legalità uguale per tutti e inattaccabile fondamento per il Paese Italia.

Emenegildo Bugni
Bologna 24 febbraio 2011