Lettera dei 13 lavoratori che si sono costituiti parte civile: "Ci è stato negato il lavoro perché siamo visti come scomodi. Nessuno di coloro che ci dichiarano solidarietà fa nulla di concreto"
TORINO - Si sentono abbandonati da enti locali e politici i 13 lavoratori della Thyssenkrupp che si sono costituiti parte civile e che non sono ancora stati ricollocati sul lavoro. Insieme hanno chiesto per lunedì 27 dicembre un incontro in Regione Piemonte al fine di chiedere che venga prolungato per loro il periodo di cassa integrazione in deroga, "come previsto dagli accordi tra Azienda e Enti locali", dicono in una nota. "Ci è stato negato il lavoro - spiegano - in quanto siamo visti come 'scomodi' per la nostra presa di posizione contro la multinazionale tedesca, ma anche a causa della colpevole assenza delle Istituzioni, a tutti i livelli".I 13 operai Thyssen dicono di sentirsi abbandonati da tutti. Dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dichiarano in una nota "che dopo il commovente discorso di fine anno del 2007 dedicato ai 7 operai morti alla ThyssenKrupp e tante promesse, nulla ha fatto per migliorare la situazione della sicurezza nei luoghi di lavoro facendo valere il peso del suo ruolo sulla politica".
Dal nuovo presidente della Regione Cota, "che - si legge - sbandiera ai quattro venti un programma tutto incentrato sulla difesa dei posti di lavoro per i lavoratori del Piemonte, noi ci chiediamo a quali lavoratori si riferisce e come lo sta attuando, con una nuova ricetta Fiat?". Dal Comune di Torino "che nelle persone del sindaco Chiamparino e del suo vice Tom Dealessandri, ci ha del tutto ignorato".
Una situazione "paradossale", secondo
(25 dicembre 2010)
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