giovedì 2 dicembre 2010

COGITO ERGO OCCUPO


Leggiamo: Occupazione continua alle superiori. “Pronti a dare voti bassi in condotta”.
E non possiamo più tacere.
Non possiamo tacere come genitori di chi in questo momento sta sperimentandosi nell’affermazione della propria autodeterminazione di persona, prima ancora che di studente: il diritto alla conoscenza, al sapere, all’istruzione, inteso come diritto sociale, non può essere calpestato, perché significa violare l’idea di futuro, di un futuro per tutti. Non possiamo tacere per esser stati tra coloro che hanno fatto la loro parte perché l’accesso al sapere fosse un bene comune, una proprietà di tutti, cosa che il modello di società che la destra ci sta imponendo non prevede. Non possiamo tacere di fronte alle esternazioni di alcuni dirigenti scolastici delle nostre scuole bolognesi: Pronti a dare voti bassi in condotta” – “negli ultimi vent’anni non sono simili proteste ad aver fermato i tagli alla scuola” – “L’occupazione è una violazione delle regole di convivenza”… Rimandiamo ai mittenti queste ed altre affermazioni che riteniamo siano totalmente disallineate con quanto sta succedendo in Italia oggi tra gli studenti, i ricercatori, e quei docenti che credono ancora nel valore della conoscenza e nella trasmissione del sapere di cui loro sono strumenti, oltre il loro tornaconto personale.. Sono minacce che riportano indietro nel tempo: credevamo che tra le componenti che fanno la scuola oggi fosse maturato un nuovo senso dell’educazione, un diverso modo di incontrare le nuove generazioni e di interpretare la loro sana voglia di protesta, sana perché è solo mettendo in discussione ciò che viene calato dall’alto, rifiutando di fare proprie le regole dominanti, che si cresce e si costruisce il senso del proprio futuro, un futuro che non può essere caratterizzato dalla dequalificazione di massa che la riforma approvata alla Camera ha come fondamento. Vorremmo ricordare a lor signori le parole di don Milani, invitandoli ad  avere  
il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù”
“non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.
La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto.
La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero. Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l'esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando è l'ora non c'è scuola più grande che pagare di persona un'obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede”, che sia pure un voto basso in condotta!.

Mariangela Mombelli
Mauro Bonafede

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