domenica 17 ottobre 2010

Documento Congresso di sezione 2010

Un occhio sul presente
Stiamo vivendo un momento politico ed economico in cui la democrazia costituzionale, nata dalla Resistenza, è continuamente minacciata nei suoi fondamenti: violazioni palesi di leggi esistenti, approvazioni di leggi in aperto contrasto con la Carta Costituzionale, spesso “ad unam personam”, svilimento delle attività parlamentari (Camera e Senato), attacchi sistematici all’esercizio autonomo del potere giudiziario della Magistratura, nonché gravi violazioni di leggi che riguardano i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, con modifiche peggiorative e limitative dei diritti dei medesimi, di cui l’attacco forsennato allo Statuto dei Lavoratori è parte di una strategia mirante a cancellare i diritti costituzionali e i contratti nella società e nei luoghi di lavoro e a trasformare il lavoratore nel soggetto precario e debole di un sistema economico basato sulla corsa sfrenata al profitto.
Non vengono adottati provvedimenti atti ad eliminare i disagi economici conseguenti alla perdita di lavoro, che colpisce duramente anche sul nostro territorio, o il depauperamento delle pensioni, creando così nuove povertà e l’apertura ulteriore della forbice differenziale tra la ricchezza ostentata e l’indigenza manifesta.
Su questo quadro si inserisce anche la pesante manovra di tagli che grava sugli enti locali, che si vedono costretti loro malgrado a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, dimezzando i servizi, penalizzando in questo modo sempre di più le fasce più deboli della popolazione.

Quotidianamente assistiamo a evidenti violazioni dell’art. 3 della Costituzione laddove si dice che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”. Ne siamo quasi assuefatti e non sappiamo più indignarci. In questo principio di eguaglianza disatteso c’è il principio di legalità che è la base per l’esercizio di tutti i diritti. Non vengono date a tutti le stesse opportunità, nulla si fa per rimuovere i fattori di disparità sociale, culturale ed economica tra gli appartenenti tutti, a prescindere da origine etnica, religione, opinione politica.. alla collettività.

Ci preme fare anche una riflessione sulla trasformazione delle Forze Armate da esercito di leva ad esercito professionale con la conseguente interpretazione dell’art 11 della Costituzione dove si fa riferimento al fatto che l’Italia “consente (…) alle limitazioni della sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”: anziché fare riferimento alle Nazioni Unite, organismo sovranazionale che raggruppa gli Stati, ci si riferisce alla NATO e quindi alla politica militare nordamericana (Guerra nei Balcani, Afghanistan…), disattendendo in questo modo la Carta Costituzionale.

I nostri obiettivi
L’ANPI rappresenta oggi la voce di chi si riconosce nei valori fondanti della Costituzione, atto finale della lotta partigiana.
I nostri obiettivi, oggi più che mai, devono quindi essere:

1. la difesa e l’attuazione della Costituzione con riferimento:

• al lavoro quale diritto sancito dalla Carta Costituzionale e dai relativi contratti che da essa discendono; alla sicurezza sul lavoro, alla tutela dei diritti acquisti dai lavoratori;
• ai diritti inalienabili della persona senza distinzione di sesso, razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, con particolare attenzione al mondo femminile, ricordandone anche il valore determinante della partecipazione nella lotta partigiana, troppo poco riconosciuta e trasmessa alla memoria storica;
• alla laicità dello Stato rispetto alle scelte individuali (testamento biologico) e in campo scolastico “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” (Art. 33 Costituzione)

2. L’avvicinamento dei giovani alla Storia, in particolare alla storia del Novecento e alla conoscenza di quel lungo periodo del regime totalitario che ha cancellato ogni libertà e che ha portato alla Lotta di Liberazione nazionale. Intendiamo continuare l’intervento nelle scuole attraverso testimonianze, approfondimenti e analisi critiche della Storia nazionale e locale, senza però fermarci ad un approccio accademico alla storia, che spesso finisce per non stimolare l’interesse dei ragazzi, e avviare una riflessione sulla Comunicazione, elemento centrale oggi di ogni proposta politica, adeguandoci ai tempi e fornendo strumenti di conoscenza (web, internet, blog, digitalizzazioni…) facilmente fruibili dai giovani.

3. Il contatto e la collaborazione con altre sezioni ANPI, attraverso una rete di collegamento e coordinamento, per un confronto e per la condivisione di uno sguardo politico comune sulla società di oggi che abbia come prerogativa la diffusione di un pensiero antifascista come “spazio e luogo” di aggregazione di idee e azioni volte a caratterizzare il nostro impegno civile e di “Resistenza” oggi.

Un’associazione come l’ANPI, per ciò che rappresenta, e per il significato della sua esistenza non può dirsi soddisfatta di aver raggiunto i 100.000 iscritti perché ne servono ancora, per sostenere l’urto dell’onda revisionista e neofascista.
Pena l’estinzione!!!
Ma per fare questo deve anche dotarsi di un progetto comunicazionale aggiornato nelle forme e nei contenuti che di seguito chiamiamo:

IL SIGNIFICATO DELLA COMUNICAZIONE, e che consideriamo l’elemento centrale della nostra proposta politica.

Comunicare vuol dire mettere in comune e Comunicazione vuol dire comune unica azione.

Il contesto della comunicazione in un’associazione come la nostra è di mettere in comune le informazioni.
Nel nostro caso le informazioni sono la storia di quella parte di società italiana che a un certo punto della storia nazionale ha fatto una determinata scelta.
Scelta di volta in volta interpretata come scelta politica, di campo o altro.

Scelta che ha portato dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 (data convenzionale per la Liberazione) a ribellarsi sia militarmente, sia sottoforma di disobbiedenza civile ad un regime nato nel 1922.

L’associazione nata il 5 aprile 1945, nel suo statuto si ripromette di mantenere vivo il ricordo dei partigiani ( donne e uomini) e del loro sacrificio nella lotta di Liberazione nelle nuove generazioni, con vari mezzi e manifestazioni.

Ma oggi a 65 anni dalla fine della guerra, l’A.N.P.I. cosa deve comunicare? Il contesto storico è stato affidato ai vari Istituti Storici dove sono stati depositati i documenti, per aiutare lo studio degli storici e diventare un capitale di memoria.

Il contesto politico, nello statuto, è molto marginale: il valore delle idee che portarono alla Lotta di Liberazione sono tutt’oggi fondamentali per lo stato italiano. Idee che dovrebbero essere anche il fondamento delle ideologie dei partiti “democratici” che rappresentano i cittadini nel parlamento.

Dopo 65 anni purtroppo si deve riscontrare che le nuove generazioni sono del tutto ignoranti sulla nostra storia nazionale, i programmi scolastici della nostra storia sono sempre stati evasivi per quanto riguarda il periodo del 900, per scelte poliche, per la mancanza di impegno da parte dei docenti, per la carenza di programmazione delle istituzioni.

Oggi c’è la necessità di recuperare, di riempire il vuoto di questi anni. Ma come farlo?

Spesso per il periodo del 25 aprile nelle scuole si fanno incontri con partigiani e studenti, con i docenti (motivati) si creano percorsi didattici di approfondimento di quel periodo, l’ANPI cerca di coinvolgere sempre di più le istituzioni scolastiche.

Occasioni dove il passato si confronta con il presente, ma queste occasioni a causa del passare del tempo e della scomparsa dei nostri generosi compagni anziani sono destinate a scomparire.

Come coinvolgere le giovani generazioni, come interessarle ma soprattutto come fare capire cosa sia stato il fascismo e il nazismo negli anni dal 1922 al 1945?

L’approccio accademico, dove i giovani sono passivi ascoltatori è ancora un mezzo di comunicazione valido oggigiorno?

I nuovi mezzi di comunicazione, comparsi in questi ultimi anni, possono essere presi come validi sostituti? Ma soprattutto esiste la capacità di saperli utilizzare?

In questi anni c’è stato un proliferare di siti web, blog, pagine informatiche su cui viene pubblicato di tutto, da pagine di storia, a pagine di commenti politici e purtroppo anche pagine di enfatizzazione del passato regime.

S’è cercato di adeguare la nostra sezione ai tempi fornendo una sua struttura “virtuale” che è il sito internet, dove sono state pubblicate centinaia di pagine dedicate alla storia locale e nazionale della Resistenza, in cui si cerca di dare informazione a livello nazionale pubblicando notizie che non hanno una loro vetrina nell’informazione del paese, ma che tuttavia rapprensentano quanto avviene nella vita sociale della nazione.

Una piccola struttura che a fine del 2010 dovrebbe raggiungere le 500.000 pagine lette per un totale di quasi 300.000 contatti, un risultato sicuramente rilevante per una piccola sezione di provincia come la nostra. Ma sicuramente sottoutilizzata per quello che potrebbe essere il canale di comunicazione politico della sezione.

Sempre quest’anno è stata avviata la nuova iniziativa destinata ai giovani, il concorso musicale Alfredo Impullitti Note per la Memoria, dove ha visto alla sua prima edizione la partecipazione di 321 giovani.

Questa iniziativa fatta in collaborazione con l' Associazione Alfredo Impullitti, è stato un importante evento nel quale i giovani sono stati i protagonisti e non semplici comparse per le celebrazioni del 65° Anniversario della Liberazione.

L’evento musicale è stato un’ottimo veicolo per farci conoscere, nel solo mese di aprile il sito ha avuto 4.998 contatti per 10.779 pagine lette e chi si è avvicinato all’ANPIPIANORO per avere informazioni sul concorso ha letto le pagine pubblicate.

In questo caso si è condiviso, si è comunicato con persone che probabilmente non si sarebbero mai contattate direttamente per parlare di Resistenza, fascismo, di lotta di Liberazione e non sono state poche le parole di stima e di incoraggiamento ricevute per l’impegno profuso sia per la realizzazione del concorso sia per quanto viene scritto on line.

In occasione di questo evento, si è realizzato anche un canale o sezione all’interno di un noto socialnetwork, dove è stata posta la storia del concorso con i suoi dati, le foto, i nomi dei vincitori. In questa nuova esperienza i visitatori hanno una media di 20 anni.

Questo conferma quanto andiamo affermando, spesso inascoltati, da anni e cioè che se si dà la possibilità ai giovani di mettersi in gioco, di essere parte attiva di un progetto, di potersi esprimere liberamente questi rispondono con la partecipazione.

Proponiamo quindi che se l’ANPI si vuole davvero rinnovare, se vuole riuscire a portare all’interno della sua organizzazione le giovani generazioni, deve farle esprimere senza preconcetti e limitazioni, dando loro la possibilità di realizzare progetti e/o di coinvolgerli nelle proprie iniziative.

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