1 MARZO 2011
Insieme contro il razzismo, contro i ricatti, per i diritti di tutte e di tutti
La giornata del 1 marzo dello scorso anno ha prodotto una straordinaria mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, ha avuto il grande merito di portare all'attenzione dell'opinione pubblica la condizione del lavoro migrante, la disparità di diritti tra lavoratrici e lavoratori migranti e italiani determinata dall'attuale legislazione sull'immigrazione, il ricatto del “contratto di soggiorno” - soprattutto nel contesto della crisi economica e finanziaria – come strumento per dividere ed indebolire il mondo del lavoro.
A questo si aggiunge che a tutt'oggi non è stata data alcuna risposta concreta ai problemi determinati dalla “sanatoria truffa”, che pure è stata al centro di mesi di mobilitazione dei e delle migranti, in particolare con le lotte che si sono svolte a Brescia e a Milano, mentre è ripartita l'oscena lotteria del decreto flussi, in cui i più fortunati tra i partecipanti potranno aggiudicarsi un permesso di soggiorno “a punti”.
Il “modello Fiat” chiude questo cerchio dell'uso strumentale della crisi per ridisegnare i rapporti sociali basandoli sulla negazione di diritti, sull'autoritarismo e sulla subalternità del lavoro all'impresa, con un attacco esplicito alla condizione di lavoro ed al diritto alla contrattazione collettiva, praticato attraverso il ricatto occupazionale.
Nella crisi economica i migranti sono ancora una volta i più colpiti: in migliaia rischiano di perdere il permesso di soggiorno, in migliaia che il permesso non lo hanno vengono indicati come criminali e condannati al lavoro nero gestito dai caporali; mentre i ragazzi e le ragazze nati e cresciuti in Italia una volta compiuti i 18 anni dovranno sottostare ad una legge che non riconosce loro alcun diritto né cittadinanza.
La lotta dei migranti oggi è una lotta che coinvolge tutti noi per la difesa dei diritti: il razzismo istituzionale colpisce i migranti per rendere tutti più ricattabili.
Per questo sosteniamo la lotta dei migranti e saremo in piazza con loro il 1 Marzo 2011: per rendere effettivo il diritto di sciopero, per riportare al centro dell’attenzione la dignità del lavoro, per i diritti di tutte e di tutti, per costruire insieme una società diversa e multiculturale, perché rifiutiamo ogni complicità con provvedimenti normativi che legalizzano sfruttamento, razzismo, pregiudizi e paure.
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