Daniela Santanché intervistata a Radio 24, difende le donne del Pdl che non sono belle e basta e si lancia in questa tesi: "Non c’è più il modello Iotti, che c’è stato in questo paese per molti anni (...) anche se Nilde Iotti è stata la prima amante e forse ha fatto la presidente della Camera perché era l’amante di Togliatti (...) e cosa diciamo, che la Iotti era un escort?"
Quindi, la prosecuzione del Santanchè-pensiero: la Iotti "era semplicemente una donna innamorata del capo del Partito Comunista e poi è diventata presidente della Camera (...) se oggi ci fossero quei giornalisti, quegli intellettuali così sofisticati di sinistra, cosa direbbero di Nilde Iotti, che è diventata presidente della Camera perché era la donna del capo?"
E’ avvilente, come in questa nazione si denigri per motivi politici gli avversari. Ma è ancora più sconcertante che si denigri il ricordo di una persona che fu parte attiva per la rinascita democratica della nazione. Una piccolissima conoscenza della storia di questo paese eviterebbe di esprimere certi concetti da bassa politica. Non basterebbe ricordare che l’incarico a Presidente del Parlamento a Nilde Iotti arrivò dopo 15 anni la morte di Togliatti, e la sua levatura intellettuale è sicuramente superiore a certi politici contemporanei di entrambi i sessi. Nilde Iotti fu anche una protagonista attiva della Resistenza italiana per informazione storica riportiamo la biografia di Nilde Iotti e della signora Santanchè (visibile nel sito del Governo italiano).
Leonilde Iotti
Leonilde (chiamata da tutti Nilde) Iotti, nacque a Reggio Emilia il 10/04/1920. Il padre, un deviatore delle Ferrovie dello Stato, attivista nel movimento operaio socialista, perseguitato poi, durante il regime fascista, a causa del suo impegno sindacale, nonostante le disagiate condizioni economiche, nelle quali versava, iscrisse la giovane figlia all’Università Cattolica di Milano, perché come spesso ricordò Nilde, citando le sue parole: "E’ meglio stare con i preti, che con i fascisti."
"Per anni indossai il cappotto rovesciato di mio padre", dichiarò la Iotti in alcune interviste, ritornando con la memoria ai tempi della sua giovinezza, della povertà, dei tanti sacrifici compiuti dai genitori, che desideravano che lei studiasse per diventare "qualcuno".
Rimasta orfana di padre nel 1934, Nilde riuscì a proseguire gli studi perché la madre, in un periodo in cui le donne, per la legge fascista erano relegate al focolare domestico, iniziò a lavorare.
Durante la frequenza della facoltà di Lettere della Cattolica di Milano, per Nilde iniziò un travaglio ideologico, che la allontanò dalla fede cattolica, ritenuta assolutista ed intollerante. "Al credo, perché assurdo, dissi razionalmente no."
Con l’adesione dell’Italia alla Seconda Guerra Mondiale, Nilde, sostenuta dall’esemplare lezione di vita lasciatagli dal padre, si iscrisse al P.C.I.
Dal 1943 si segnalò dapprima come porta-ordini, uno dei ruoli più significativi e pericolosi assunti dalle donne, durante la Resistenza, attraverso il quale i partigiani tessevano la fitta rete di intrecci politici, che portarono l’Italia alla liberazione dall’occupazione nazi-fascista. Il suo impegno fra i partigiani della città natale, le consentì poco più che ventenne di essere designata responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna, struttura attivissima nella guerra di Liberazione.
Il primo di questi organismi fu costituito a Milano nel novembre del 1943 da alcune esponenti di spicco dei Partiti che affluirono nel Comitato di Liberazione Nazionale, dopo la firma dell'armistizio, mentre i tedeschi assediavano le campagne e le città del Nord Italia, compiendo efferati rastrellamenti di civili, impegnati nella lotta contro il fascismo.
I Gruppi di Difesa della Donna e di Assistenza ai Combattenti della Libertà, da Milano, si estesero su tutto il territorio italiano ancora occupato, perseguendo l'obiettivo di mobilitare, attraverso un'organizzazione capillare e clandestina, donne di età e condizioni sociali differenti, per far fronte a tutte le necessità, derivate dalla recrudescenza della guerra.
Tali gruppi operativi femminili si segnalarono, durante la Resistenza, attraverso la raccolta di indumenti, medicinali, alimenti per i partigiani e si adoperarono per portare messaggi, custodire liste di contatti, preparare case-rifugio, trasportare volantini, opuscoli ed anche armi.
Come si è detto, Nilde Iotti ricoprì, dal 1943, il ruolo più emblematico, ma anche più rischioso, che molte partigiane dei GDD esercitarono, quello di porta-ordini. Victoria de Grazia, nel suo volume Le donne nel regime fascista, definisce la staffetta come "l'eroina della Resistenza: porta-ordini e persona di fiducia, è il vero jolly della guerra partigiana."
Da responsabile del GDD di Reggio Emilia, Nilde si fece interprete di quella coscienza civile e politica, che le donne, dopo secoli di esclusione dalla vita pubblica e dopo vent'anni di dittatura fascista, solo durante il periodo bellico, iniziarono a manifestare.
Infatti, gli studi compiuti sulla Resistenza italiana conferiscono ampio risalto al ruolo, non secondario, che i Gruppi di Difesa della Donna ebbero nel promuovere l'emancipazione femminile.
Dopo il Referendum del 2 giugno 1946, grazie al quale per la prima volta le donne italiane esercitarono il diritto di voto e furono così "considerate, dal punto di vista politico, cittadine a pieno titolo", come sottolinea Miriam Mafai, la ventiseienne Nilde Iotti fu mandata in Parlamento.
"Robusta, alta, i capelli sciolti sulle spalle, il manifesto desiderio di imparare a fare il deputato", secondo la descrizione del suo portavoce alla Camera G. Frasca Polara, Nilde conobbe Palmiro Togliatti, capo carismatico del P.C.I., in un ascensore di Montecitorio.
Da questo incontro seguì una relazione sentimentale, che seppe resistere a tutti gli attacchi, soprattutto all’interno del Partito, perché Togliatti era già coniugato con un figlio e all’epoca, aveva 53 anni.
Nilde, dapprima come semplice deputato, poi come membro dell'Assemblea Costituente, attraverso la sua sensibilità e la sua cultura istituzionale, diede prova di uno spiccato talento politico. Ella stessa definì quella nell'Assemblea Costituente, come "la più grande scuola politica, a cui abbia mai avuto occasione di partecipare, anche nel prosieguo della mia vita politica".
Nilde entrò a far parte anche della "Commissione dei 75", alla quale fu assegnato il compito di redigere la bozza della Costituzione repubblicana, da sottoporre al voto dell'intera Assemblea. Come si è già ricordato, i 556 componenti dell'Assemblea Costituente, in rappresentanza del popolo italiano, si riunirono per la prima volta il 25/06/1946 per nominare il Capo provvisorio dello Stato (venne eletto Enrico De Nicola) e per designare i 75 membri rappresentativi di tutta l'Assemblea. Dopo circa sei mesi di attività, la Commissione dei 75 sottopose il proprio progetto costituzionale all'intera Assemblea che, nel corso di quasi tutto il 1947 discusse, integrò, modificò, articolo per articolo la bozza iniziale.
Solo il 22/12/1947 venne approvato, a larghissima maggioranza, il testo definitivo della Costituzione che, una volta promulgato dal Capo Provvisorio dello Stato, entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
Il ruolo svolto nell'ambito della Costituente, a favore dei diritti delle donne e per le famiglie, segnò profondamente l'impegno che Nilde profuse nella sua attività parlamentare, condotta ininterrottamente, per 53 anni, con rigore, costanza e semplicità.
Di grande risalto ed attualità si presenta la relazione sulla Famiglia, che Nilde predispose nel 1946, in qualità di membro della "Commissione dei 75". In essa l'Onorevole Iotti, auspicando il superamento dello Statuto Albertino con una nuova carta costituzionale, che si occupi dei diritti della famiglia, del tutto ignorati dal predetto Statuto, ormai obsoleto, peraltro disapplicato durante i 20 anni di regime fascista, invita l'Assemblea a voler regolare con leggi il diritto familiare. Caposaldo della nuova Costituzione deve essere dunque il rafforzamento della famiglia: "L'Assemblea Costituente (…) deve inserire nella nuova Carta Costituzionale l'affermazione del diritto dei singoli, in quanto membri di una famiglia o desiderosi di costruirne una ad una particolare attenzione e tutela da parte dello Stato", scrive Iotti a tal proposito.
Altro elemento nevralgico della Relazione in esame riguarda la posizione della donna: "Uno dei coniugi poi, la donna, era ed è tuttora legata a condizioni arretrate, che la pongono in stato di inferiorità e fanno sì che la vita familiare sia per essa un peso e non fonte di gioia e aiuto per lo sviluppo della propria persona. Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, in campo politico, piena eguaglianza, col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale e restituita ad una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di cittadina."
Se pensiamo che alla vigilia della seconda guerra mondiale il femminismo storico era stato spazzato via, insieme a tutti i partiti politici e a tutte le libertà (di pensiero, di stampa, di organizzazione, etc…), se consideriamo, inoltre, che la politica sociale di Mussolini prevedeva che "il lavoro costituisce per la donna non una meta, bensì una tappa della sua vita, da risolversi, prima possibile, con il rientro nell'ambiente domestico", la Relazione della Iotti, scritta quando le donne italiane si erano appena affacciate sulla scena politica, si propone come tentativo molto coraggioso di svecchiamento e di rinnovamento democratico.
Un occhio di riguardo viene posto da tale relazione sull'emancipazione, che può derivare dal lavoro; la nuova Costituzione pertanto dovrà assicurare il diritto al lavoro "senza differenza di sesso." Altro elemento, oggetto di studio, da parte della giovane parlamentare e che rappresenterà, nel corso delle successive legislature, uno degli impegni politici di maggiore rilievo, concerne l'annosa questione dell'indissolubilità del matrimonio. Nilde manifesta la propria contrarietà ad inserire nella Costituzione il principio dell'indissolubilità "considerandolo tema della legislazione civile". Infine, la Relazione focalizza la propria attenzione sulla maternità, non più intesa come "cosa di carattere privato", bensì come "funzione sociale" da tutelare. Uno degli articoli di maggiore impatto innovativo della proposta costituente, riguarda il principio dell'uguaglianza giuridica dei coniugi. Questi ultimi hanno eguali diritti e doveri nei confronti dei figli (per la loro alimentazione, educazione ed istruzione).
Ricordiamo che il Codice Penale (c.d. Rocco dal nome del penalista che lo curò), entrato in vigore nel 1942, concepiva le donne come "beni", sui quali il padre prima ed il marito poi, esercitavano assoluta autorità.
Forte dell'esperienza maturata nella Costituente, Nilde proseguì la propria missione politica a favore dei diritti delle categorie più disagiate (le donne in primo luogo), sia in Parlamento, sia all'interno del P.C.I., dove ottenne pieno riconoscimento solo dopo la morte di Togliatti.
Nel corso di mezzo secolo, vissuto all'interno delle istituzioni repubblicane, Nilde fu promotrice della legge sul diritto di famiglia del 1975, della battaglia sul referendum per il divorzio (1974) e per la legge sull'aborto (1978).
Dal 1979 al 1992 ricoprì la carica di Presidente della Camera, segnalandosi per grande capacità di equilibrio, di mediazione e di saggezza. Nel 1993 ottenne la Presidenza della Commissione Parlamentare per le riforme istituzionali. Nel 1997 venne eletta Vicepresidente del Consiglio d'Europa.
Con quello stile fatto di rigore e di eleganza, che tanto colpì Togliatti, al punto da suggerire ai deputati comunisti: "Imparate da Lei!", Nilde si distinse anche con la richiesta di dimissioni dal Parlamento, per motivi di salute (18 novembre 1999).
Il 4 dicembre 1999 la "Signora della Repubblica" esce di scena in punta di piedi…
( a cura di Katia Romagnoli )
Daniela Garnero Santanché
Laureata in Scienze Politiche, consegue un master alla SDA Bocconi, dal 1990 Amministratore Unico della Dani Comunicazione, società che si occupa di Relazioni Pubbliche, di promozioni e di organizzazione di grandi eventi.
Inizia il suo percorso in Alleanza Nazionale con Ignazio La Russa, dopo la svolta di Fiuggi nel 1995.
Dal 1997 Consulente, per la Giunta Albertini, dell'Assessore Serena Manzin per tutto ciò che riguarda la Moda ed i grandi eventi del Comune di Milano.
Dal 1998 ha fondato l'Associazione no profit "Solidarietà 2000", del quale è Presidente, che si occupa delle attività artistiche, culturali e lavorative di San Vittore e dei bambini.
Nel giugno del 1999 è stata eletta Consigliere Provinciale alla Provincia di Milano.
E' Presidente della Commissione Cultura e della Consulta della Moda della Provincia di Milano.
Nel giugno del 2001 è stata eletta Deputato nel Collegio Lombardia 3 nello schieramento politico di Alleanza Nazionale.
Da luglio 2001 componente della V Commissione Permanente Bilancio, Tesoro e Programmazione.
Dal gennaio 2002 è nominata Vice Presidente della V Commissione Permanente Bilancio, Tesoro e Programmazione.
Dal 2003 a Giugno 2004 è assessore comunale di Ragalna (Ct) con la delega per la cultura, lo sport e i grandi eventi.
A fine 2004 viene nominata membro della Consulta economico-sociale per le politiche di governo e Capo Dipartimento per le pari opportunità di AN.
Presiede il Comitato di Controllo per la spesa pubblica nella Commissione Bilancio ed a fine 2005, è la prima donna nella storia del Paese a essere nominata relatrice per la legge Finanziaria.
Nel 2006 viene rieletta al Parlamento sui banchi dell'Opposizione, continua ad essere un componente della Commissione Bilancio.
L'11 novembre 2007 durante l'assemblea programmatica della Destra, annuncia il suo passaggio alla Destra, viene nominata Portavoce Nazionale della stessa ed è la prima donna candidata Premier alle elezioni politiche.
Il 28 settembre 2008 rassegna le dimissione da Portavoce Nazionale della Destra.
Il 22 novembre 2008 fonda il Movimento per l'Italia e ne diventa Segretario.
Editorialista, ha scritto 2 libri di grande successo: "La donna negata" e "La donna violata" sui temi dell'immigrazione.
Il 1° marzo 2010 e' stata nominata Sottosegretario per l'Attuazione del Programma di Governo.
Biografia fornita dallo staff del sottosegretario
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