Agosto mese di vacanze, ma non per la politica. Il mese delle leggi passate all’ultimo secondo senza che gli italiani ne sappiano qualcosa. Questo agosto del 2010 è stato caratterizzato invece da un turbinio di notizie sulla politica. Una minacciata crisi di governo, con un batti e risposta tra i due leader della maggioranza governativa, con l’inserimento di un terzo protagonista che si fa corteggiare per poter entrare in una compagine di governo di cui non fa parte. Incontri, discussioni, dichiarazioni alla stampa sulla crisi che si cerca di superare con la minaccia di tornare alle urne nel caso non si trovi l’accordo.
I nodi da sciogliere sono solo 5 che sembrano insuperabili per i litiganti, nodi che servono a salvare il paese dalla recessione e farlo tornare a prima della crisi. Se non c’è accordo di programma la colpa sarà degli ertetici che faranno sprofondare il paese in una crisi più nera.
Ma quali sono questi punti?
1. federalismo fiscale;
2. fisco;
3. il mezzogiorno;
4. riforma della giustizia ;
5. sicurezza e lotta all’immigrazione clandestina.
Non sono sicuramente un commentatore politico, mi piace la politica e la seguo cercando di capirla. Ma questi non mi sembrano gli strumenti per fare rinascere una nazione dalla crisi. In un paese dove la Cassa Integrazione è divenuto il maggior sussidio per le famiglie, dove il numero di disoccupati aumenta raggiungendo cifre che non si vedevano da anni, senza considerare il numero delle persone che hanno smesso di cercare lavoro e non rientrano dalle statistiche. Vedere il taglio delle risorse ai comuni, provincie e regioni che inevitabilmente ricadrano sui cittadini con aumenti per poter usufruire di servizi che finora erano gratuiti o con prezzi contenuti.
Vedere il mondo del lavoro sempre più ricattato dalle imprese, che con la scusa della modernità, cancellano di fatto i diritti dei lavoratori (Melfi insegna), che per poter lavorare rinunciano a tutele conquistate con il sangue delle generazioni precedenti.
Mi sembrano emergenze molto diverse da quelle proposte dal governo, sembra che si parli di due nazioni diverse di due mondi paralleli due Italie completamente diverse, una quella del Palazzo l’altra quella dei cittadini.
Una nazione, la prima, completamente presa da se stessa, che si è creata un suo mondo dal quale continua quotidianamente a lanciare proclami come una volta i signorotti feudali facevano. Nascondendosi dietro alla falsa verità di essere stati votati dalla maggioranza degli italiani. L’altra alle prese con problemi concreti e reali, quali il sopravvivere e riuscire ad arrivare al prossimo stipendio o al prossimo assegno dell’INPS.
A Bergamo nei giorni scorsi è scoppiata una rivolta per accedere allo stadio senza la tessera del tifoso, carta che limita l’ingresso alle strutture ai tifosi più esasperati. Ma quando scoppierà una rivolta per difendere i diritti sanciti dalla nostra Costituzione e per ridare dignità ai cittadini?
Possibile che non si rendano conto, le forze d’opposizione tutte, che senza una reale unità d’intenti
Democratica per realizzare il dettato costituzionale a partire dall’ART.1, lo scivolamento dentro al pantano fascista diventa ogni giorno più profondo? La Resistenza non insegna proprio nulla? La colpa non è solo di Berlusconi e del berlusconismo, ma come diceva Josè Martì alla lunga diventa anche di coloro che per ignavia o convenienza tollerano senza opporsi realmente alle ingiustizie!
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